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"Blue obsession"
Precedenti giudiziari su illegittima imposizione di tariffa su aree di sosta sulla pubblica strada demaniale (strisce blu)
Tralasciando il "pensiero politico", in base al quale non si vede e non si capisce per quale motivo un Cittadino debba pagare una somma di danaro per utilizzare -peraltro temporaneamente e salvo disponibilità- una piccola parte del territorio "pubblico" e che già gli "appartiene" per diritto di cittadinanza per sostare la propria vettura- stante anche il fallimento organizzativo dell'alternativo sistema di trasporto pubblico, come esercenti la professione legale non possiamo che fare "ricerca" delle norme di legge (e quindi a "confronto politico" chiuso) ed utilizzare la "risultante" dei confini di legittimità, come precipitato della legislazione in materia di circolazione stradale (regolamentazione della circolazione nei centri abitati) e legislazione urbanistica (uso e trasformazione del territorio), spingendoci ovviamente alle "vette del diritto", come già dimostrato in altri ambiti di tutela come presentati su questo sito internet.
Seguono solo alcune domande a cui cercheremo di dare risposte man mano che otterremo i precedenti di principi di diritto da applicare in materia:
- Qual è la ratio iuris dell'attribuzione del potere di imposizione di una tariffa agli enti proprietari della strada?
- Perché il "sistema" alimenta di fatto un circolo vizioso tra esazione della tariffa e pagamento delle spese e retribuzioni ai "controllori" e/o società appaltatrici, senza rispetto del vincolo di destinazione dei proventi per migliorare la sicurezza stradale? E spesso anche con rilevanti perdite economiche che generano deficit di cassa per l'ente proprietario ?
- Per quale motivo il codice della strada (d. lgs. 285/92), - che certamente non è il "codice delle entrate tributarie" dell'ente locale ma è il codice della "sicurezza stradale e della tutela della vita umana e dell'ambiente"- , delinea una summa divisio tra regolamentazione della circolazione stradale all'esterno dei centri abitati ed all'interno dei centri abitati?
- Quali sono le attività ed esigenze vitali antropologiche all'interno dei centri abitati?
- Per quale motivo viene tollerata l'applicazione di una norma imperfetta non autoeseguibile per mancanza della prevista norma regolamentare di attuazione (mancata emanazione delle direttive interministeriali sulle condizioni e modalità di applicazione della tariffa di sosta nei centri abitati ai sensi dell'art.7, co.1, lettera "f" del citato Codice della Strada)?
- Lo scandalo del mancato recepimento delle direttive della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le aree urbane, del 1991 sulle modalità di applicazione delle tariffe di sosta
- Il precendente del Giudice di Pace di Firenze del 2004.
L'articolo di ricerca giuridica sarà aggiornato ed incrementato. (ultimo agg. 26-12-2020)
Sentenza N. 3605/2018
Giudice di Pace di Napoli
pubblicata il 30 gennaio 2018
Accolto anche questo ricorso proposto dallo studio legale Mazzucchiello nell'interesse di un Cittadino assitito, con metodica della disapplicazione della regolamentazione amministrativa comunale (art. 5, Legge 2248/1865, allegato E, e diritto vivente: Cassazione, Sezioni Unite, Sentenza 116/2007).
Al Giudice Ordinario compete infatti il potere di disapplicazione della discplina comunale sulla sosta a pagamento se ritenuta illegittima, cioè contrastante con le superiori norme di legge o per eccesso di potere (superamento dei limiti).
La sentenza è divenuta definitiva (passaggio in giudicato) e per l'ente locale è sorto l'obbligo di conformarsi al giudicato del giudice ordinario con propri provvedimenti amministrativi in conformità a quanto è stato stabilito ai sensi della vigente Legge 2248/1865, All. E.